AGAPORNIS TARANTA

Nella foto: Coppia di agapornis taranta ancestrale (maschio a sinistra e femmina a destra)

 

Nome scientifico AGAPORNIS TARANTA
Nome italiano INSEPARABILE D'ABISSINIA
Nome inglese BLACK-WINGED o ABYSSINIAN LOVEBIRD
Dimorfismo sessuale Evidente
Anello inamovibile F.O.I. Diametro 4.5mm
Taglia 16,5 cm.
CARATTERISTICHE:
MASCHIO

- Fronte: rossa;

- Nuca, dorso, collo ed ali : verde erba brillante uniforme;
- Petto, ventre e fianchi : verde chiaro;
- Remiganti primarie : nere con leggero bordo verde al vessillo;
- Remiganti secondarie e copritrici primarie : nere;
- Spallina : verde giallastro;
- Sotto-ala : nero;
- Timoniere centrali (n. 2) : verdi con apice nero;
- Timoniere laterali (n. 10) : giallo-verde con fascia nera a tre quarti della lunghezza;
- Codrione : verde;
- Becco : la mandibola superiore è rosso corallo, mentre quella inferiore è più chiara.
- Cera : bianco rossastra;
- Occhio : bruno scuro con pupilla nera; è possibile distinguere un sottile anello perioftalmico costituito da piumette rosse;
- Zampe e dita: grigio verdastre
- Unghie : nere
FEMMINA
- Nei soggetti di sesso femminile la fronte ed il sotto ala si presentano verdi; l'iride è bruna e il sottile anello perioftalmico è costituito da piumette verde-giallastro.
MUTAZIONI
- Verde scuro, verde oliva e lutino
 

DESCRIZIONE:
Originario dell'Etiopia vive in prevalenza ad altezze variabili dai 1500 ai 3000 m ed oltre s.l.m. Si sposta normalmente in gruppetti fino a una ventina di soggetti, ma in taluni casi può aggregarsi in gruppi molto più numerosi ed arrecare così notevoli danni alle coltivazioni.
E' il più grande degli Agapornis, raggiungendo una lunghezza di cm. 16.5: il maschio ha nuca, dorso, collo ed ali verde erba brillante; Petto, ventre e fianchi verde chiaro, fronte e becco rossi, remiganti primarie nere con vessillo verde, remiganti secondarie e copritrici primarie nere.
Zampe e dita grigio verdastro, unghie nere.
La femmina si differenzia per la fronte verde, il sottoala verde, l'anello dell'occhio contornato da piumette giallo-verde ed il becco più chiaro. Il taranta è un soggetto all'apparenza molto calmo, ma anch'esso piuttosto timoroso, anche se non lo dà a vedere; I risultati migliori per il suo alloggiamento ed allevamento, sono stati ottenuti con gabbioni o volierette isolate e schermate.
Si adatta molto bene al nostro clima e se la voliere è dotata di un ricovero, può alloggiare tranquillamente all'esterno per tutto l'anno.
Anche per questi soggetti l'ideale è la sistemazione a coppie isolate, poiché nel periodo della riproduzione le femmine sono piuttosto aggressive e combattive per il possesso del nido.
Il taranta è ancora un animale abbastanza raro da trovare negli allevamenti italiani perché non è facile riprodurlo, se comparato ai roseicollis od ai personata, la cosa più difficile è indurlo alla cova, cosa che non avviene mai prima dei due anni.
Il nido è una cassettina in legno da cm 15 x 15 x 25 verticale che la femmina addobba piuttosto spartanamente; Infatti pur essendo una delle specie che porta il materiale al nido inserito tra il piumaggio, c'e da credere siano piuttosto maldestri, in quanto il materiale in maggioranza si rinviene a terra sotto il nido.
Alcuni giorni prima della deposizione la femmina perde le piume del ventre con cui migliora un po' l'interno del nido.
Normalmente effettua una sola covata all'anno con generalmente quattro uova covate esclusivamente dalla femmina; Il maschio si occupa infatti solo di nutrirla amorevolmente attraverso il foro di ingresso del nido.
La cova dura circa 23 giorni ed i piccoli presentano piumino bianco, all'uscita dal nido, intorno alle sei o sette settimane, sono delle copie sbiadite della femmina, salvo che per il becco che è giallo.
I maschi sono già distinguibili per il sottoala nero o parzialmente nero: intorno ai quattro mesi terminano la prima muta assumendo i colori definitivi.
Secondo molti allevatori è consigliabile lasciare a disposizione il nido tutto l'anno in quanto normalmente usato come rifugio per la notte.
L'alimentazione è composta, al solito da scagliola, miglio, panico, pochissimi semi oleosi, un pò di girasole non più di una o due volte la settimana, spighe di panico, insalata e frutta. Graditissimi a questi soggetti i fichi sia freschi che secchi.
E' bene abituarli anch'essi al pastoncino all'uovo, onde facilitare l'allevamento dei piccoli.
In cattività tendono normalmente ad essere carenti di vitamina B; E' pertanto consigliabile insistere molto con la frutta e se non è molto gradita, con preparati a base di lieviti o complessi vitaminici.

Webmaster: Roberto Zuffoli
 
Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2009